Nel cuore della Valle del Fiastra, tra le rovine della antica città romana di Urbs Salvia, sorge imponente l’Abbazia di Fiastra, un gioiello storico incastonato nella suggestiva Valle del Fiastra, tra i comuni di Tolentino e Urbisaglia, che si erge con maestosità lungo le rive del suo omonimo fiume.

Fondato nel XII secolo dai monaci cistercensi provenienti dall’Abbazia di Chiaravalle di Milano, questo complesso monastico rappresenta un esempio di transizione architettonica, dove lo stile romanico si intreccia armoniosamente con influenze gotiche.

L’opera dei primi monaci fu quella di bonificare e trasformare una valle paludosa in un fertile territorio agricolo, sfruttando le acque del fiume non solo per la loro vita quotidiana, ma anche per muovere mulini e macchine, e irrigare i terreni circostanti. Con materiali ricavati dalle vicine rovine di Urbs Salvia, i monaci eressero la nuova chiesa dedicata alla Madonna Annunziata, mentre le loro abilità organizzative e agricole diedero vita a sei grange, vere e proprie aziende agricole che divennero centri economici autonomi.

L’architettura dell’abbazia di Fiastra è intrisa di simbolismi e precisione, rispecchiava il desiderio dei monaci di riflettere la perfezione celeste nel loro ambiente terreno. La disposizione degli ambienti intorno al chiostro, l’orientamento della chiesa verso la luce e la sua struttura stessa, che richiama la “Gerusalemme Celeste”, sono tutti elementi che sottolineano l’importanza della spiritualità e della contemplazione nella vita monastica.

Nel cuore pulsante dell’Abbazia di Fiastra, oltre alla magnificenza architettonica che incanta i visitatori, si cela una vita interiore fatta di impegno, studio e devozione. Lo scriptorium, un luogo sacro dell’antico monastero, era il centro nevralgico in cui l’opera degli scrivani si univa alla guida sapiente dei monaci per trascrivere, miniare e rilegare antichi testi sacri e classici.

Luminoso e spazioso, lo scriptorium era un luogo in cui ogni dettaglio era curato con precisione. I tavoli degli scrivani erano posizionati strategicamente per massimizzare l’illuminazione naturale e prolungare il lavoro fino a quando la luce del giorno permetteva. Sebbene l’Abbazia di Fiastra non abbia lasciato una ricca eredità di manoscritti, tre codici di elegante fattura sono sopravvissuti nei secoli, conservati con cura presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, mentre numerose pergamene, le “carte fiastrensi”, offrono preziose informazioni sulla lingua volgare italiana e sulla vita medievale, custodite nell’Archivio di Stato di Roma.

L’architettura dell’abbazia di Fiastra rifletteva l’attenzione ai dettagli e la ricerca della perfezione, come dimostrato dal chiostro, ricostruito alla fine del XV secolo dopo la distruzione del 1422. Con i suoi imponenti trenta pilastri esagonali che sorreggono archi a sesto ribassato, il chiostro circondava un cortile centrale, in origine coltivato a prato e giardino. Il pozzo al centro del cortile forniva l’acqua necessaria alla vita del monastero, rappresentando un elemento vitale tanto quanto simbolico.

Oltre agli spazi destinati alla preghiera e allo studio, l’abbazia era dotata di strutture pratiche e caritatevoli. L’infermeria, interna al monastero, accoglieva i confratelli malati, mentre un’altra infermeria, situata accanto alla foresteria, curava i pellegrini stanchi o malati dopo il lungo viaggio. La foresteria, spazioso edificio lungo ottanta metri, offriva riparo a oltre cento pellegrini, garantendo loro ospitalità e assistenza durante la loro sosta presso l’abbazia.

Inoltre, l’abbazia comprendeva anche le grance (dal lat. granica), aziende agricole che assicuravano l’autosufficienza economica del monastero e il sostentamento della comunità. Grazie a queste, i monaci cistercensi estesero la loro influenza nel territorio circostante, promuovendo il progresso sociale e culturale attraverso la valorizzazione del lavoro agricolo e la liberazione dai vincoli della servitù della gleba.

Infine, la Selva dell’abbazia, un antico bosco conservato dai monaci per secoli, rappresenta oggi una riserva naturale che testimonia la generosità della natura e l’attenzione dei monaci verso l’ambiente circostante. Questo querceto secolare, insieme ad altre specie arboree e arbustive, costituisce un prezioso patrimonio naturale che la regione Marche ha deciso di preservare e valorizzare, permettendo ai visitatori di immergersi in un ambiente naturale unico e suggestivo.

Dopo secoli di prosperità e influenza economica e culturale nella regione, l’abbazia di Fiastra vive ora una nuova fase della sua storia. Il suo spirito e la sua importanza storica rimangono intatti, offrendo agli visitatori un’opportunità unica di immergersi nella ricca storia e nell’architettura affascinante di questo antico luogo di culto e lavoro.

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Abbazia di Fiastra

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